Da tre anni, Dantone Edizioni e Musica è il punto di riferimento del Guitar Show per i contenuti dedicati alla didattica musicale digitale. Alla guida del progetto, Germano Dantone ha costruito un percorso editoriale e culturale che connette il mondo dei creators online con quello dell’editoria musicale, ponendo attenzione alla qualità dei contenuti, alla trasformazione dei linguaggi didattici e alla costruzione di nuove modalità di fruizione.
L’intervista che segue approfondisce l’origine di questa visione e il lavoro svolto al Guitar Show in questi anni: dall’ideazione delle creators’ roundtable alla scelta di pubblicare libri con figure nate sul web, fino alla riflessione sul rapporto tra carta, video e incontro diretto con il pubblico. Una testimonianza su come il lavoro editoriale possa amplificare il valore della divulgazione musicale contemporanea, anche nei contesti dal vivo.

Qual è stata la motivazione che l’ha spinta ad aprire la sua casa editrice a figure che operano prevalentemente sul web, e come sta andando il progetto editoriale sviluppato con loro?
Ho cominciato a lavorare nel mondo dell’editoria musicale specializzata nel 1998 diventando responsabile editoriale di Carisch, agli albori dell’era di internet e venendo da una decina di anni di esperienza nel mondo della discografia. Nel 2005 con l’arrivo di YouTube, cominciavano a nascere i primi creators musicali. Se prima di internet l’attenzione degli editori alla ricerca di nuovi autori era rivolta prevalentemente alle riviste specializzate e al mondo della musica live, con il nascere di primi creators si è spostata verso il web che in breve tempo è diventato il punto di riferimento per chiunque volesse imparare a suonare uno strumento musicale.
Nel 2018, con la decisione di aprire la mia casa editrice, ho pensato di basare parte della strategia editoriale sulla collaborazione con creators del web. L’idea di portare questi contenuti in forma cartacea si è rivelata da subito un successo sia in termini di vendite che di visibilità del brand “Dantone” sul mercato dell’editoria musicale.
Ci racconta com’è nata l’idea di portare il loro lavoro, solitamente digitale, in un contesto fieristico come quello del Guitar Show?
Prima della collaborazione con il Guitar Show i creators del web già frequentavano le fiere di settore, da semplici visitatori, con l’obiettivo di realizzare contenuti per i propri canali e portare al loro pubblico notizie e novità dalle fiere più importanti. Non era insolito notare questi volti noti del web aggirarsi per i corridoi delle fiere seguiti dai loro follower, che riconoscendoli chiedevano una foto.
Nonostante la loro popolarità e la qualità dei contenuti proposti sul web, erano però guardati con un po’ di diffidenza da molti musicisti. Si trattava di una forma di professionalità nuova legata al mondo della musica; musicisti che avevano probabilmente sacrificato la propria attività live trovando nella creazione di contenuti sul web, sia divulgativi che didattici, un terreno fertile sul quale costruire il proprio lavoro.
Intercettare questa tendenza e mettersi al servizio di questi creators per portare la loro esperienza e i loro contenuti anche nell’editoria convenzionale è stata la sfida iniziale che ha portato alla nascita di Dantone Edizioni e Musica.
L’obiettivo naturale che ne è seguito è stato quello di portare questo mondo in forma ufficiale all’interno del Guitar Show che da subito ha positivamente accolto la mia proposta generando una collaborazione che dura ormai da tre anni e che ha riscosso un grande successo.
L’idea che ha portato a questa collaborazione è molto semplice: portare dal vivo i contenuti dei creators e permettere al pubblico di assistere dal vivo al Guitar Show a ciò che normalmente trova sul web.
Perché ha deciso di offrire ai creators una piattaforma su carta, attraverso la pubblicazione di libri, e al tempo stesso la possibilità di esibirsi e dialogare con il pubblico dal vivo?
La prima domanda che mi sono posto è stata proprio questa: “perché mai un creator dovrebbe realizzare un libro cartaceo?”. È indubbio che la pubblicazione di un libro possiede ancora un enorme fascino e rappresenta per chiunque un punto di arrivo, la consacrazione del proprio lavoro e un importante sigillo sulla credibilità dei propri contenuti.
C’era però il rischio che la creazione di metodi cartacei potesse competere con i contenuti che i creators stessi realizzano sotto forma di corsi online o fidelizzazioni sul web. La chiave è stata quindi realizzare contenuti in forma differente rispetto ai corsi online. Il libro permette di portare il volto degli autori nel mondo fisico, fuori dal web, sullo scaffale di un negozio di strumenti musicali, nel catalogo di una libreria online o all’interno di una fiera come il Guitar Show.
Dantone Edizioni si fa portavoce del mondo dei creators e propone i loro contenuti in forma cartacea e nello stesso tempo, grazie alla preziosa collaborazione con il Guitar show, permette ad alcuni di loro di avere anche un piccolo spazio espositivo nel quale incontrare i propri followers (senza essere inseguiti per i corridoi) e proporre le proprie attività.
Che tipo di percezione hanno avuto dell’esperienza dal vivo, abituati a interazioni mediate dallo schermo?
La prima edizione del “Creators round table”, tre anni fa, ha colto tutti di sorpresa. Potevamo immaginare che l’iniziativa riscuotesse successo, ma la risposta del pubblico è andata oltre ogni aspettativa.
Ogni apparizione sul palco ha attirato un folto pubblico e grazie alla promozione dei creators, si è percepita da subito la presenza di un nuovo pubblico, che forse in passato non frequentava le fiere di settore. Un pubblico di giovanissimi, ma anche di musicisti e appassionati meno giovani che seguono i contenuti sul web e che sono venuti per incontrarli dal vivo, scoprendo poi la bellezza di vedere così tanti strumenti, accessori, aziende più importanti del settore e tutte le novità sul mondo della chitarra.
Quali temi ha scelto di sviluppare con loro durante le creators’ roundtable al Guitar Show?
Sebbene la partecipazione di alcuni fosse legata anche all’uscita di un loro metodo cartaceo ho voluto da subito lasciare liberi i creators di esprimere sul palco quello che volevano. Ho chiesto loro di fare la cosa più semplice ovvero portare dal vivo uno dei loro contenuti.
Spesso le fiere sono ricche di esibizioni funamboliche, dettate dalla necessità di presentare strumenti, amplificatori, effetti o altro con performance molto appariscenti e virtuosistiche. Sebbene tutti i creators siano ottimi performers e spesso nei loro video eseguono soli e brani complicati, ho suggerito loro di portare sul palco spiegazioni e lezioni anche su argomenti molto semplici.
È proprio grazie a questa scelta che abbiamo capito come la presenza dei creators abbia potuto attirare un pubblico nuovo, musicisti anche amatoriali che hanno trovato nella fiera contenuti adatti al proprio livello, esattamente come quelli che cercano quotidianamente sul web.
Molto interessante da questo punto di vista è stata anche l’idea di Stefano Rossi di portare sul palco una sorta di “Talk show” con la presenza di diversi creators, confrontandosi su argomenti di attualità.
L’argomento di quest’anno è stato: “Chitarristi Naturali e Intelligenze Artificiali – Tecnologia, creatività e futuro della musica suonata: una chiacchierata tra chitarristi (veri) e algoritmi (quasi).”
Il Guitar Show 2025 si è svolto per la prima volta a Bologna: cosa ne pensa?
Dopo il successo delle precedenti edizioni a Padova c’era ovviamente un po’ di attesa per questa edizione a Bologna. I presupposti erano però positivi. Tutti gli espositori potevano contare su un’organizzazione ormai rodata e precisa e la fiera di Bologna, nota per grandi eventi, poteva garantire spazi adeguati e una posizione geografica molto più comoda e raggiungibile.
La differenza si è colta subito. A parte un’affluenza da subito più elevata, si è notata subito la presenza di più persone provenienti dal centro-sud Italia.
Nel caso del “Creators round table” la scelta di quest’anno è stata quella di non circoscrivere in un’area e in un palco specifico tutta l’attività, bensì portare i personaggi del web su diversi palchi, mantenendo solo l’area espositiva riunita nella stessa zona.
Questa distribuzione dei contenuti dei creators sui diversi palchi ha forse spiazzato un po’ all’inizio, ma già dalle prime esibizioni ha attirato l’interesse del pubblico. In alcuni casi il contesto dei palchi ha portato anche i creators a realizzare performance più suonate rispetto ai contenuti delle prime due edizioni.
Quello che mi piacerebbe sperimentare in una prossima edizione è riportare in parte i creators a una dimensione più didattica, sfruttando magari spazi adatti a contenuti di questo genere, nei quali proporre minilezioni simili a quelle proposte dai creators sul web.